Maurizio Tiriticco - anno scolastico 2005-2006
Maurizio Tiriticco - 22-06-2006
Con progettualità e cultura!

Le mie riflessioni sui voli che il nuovo Governo si accinge a fare per il Sistema Nazionale Educativo di Istruzione e Formazione (dire scuola è riduttivo!) hanno suscitato commenti e arricchimenti.
Franco mi dice ...
Maurizio Tiriticco - 20-06-2006
Su "Azienda Scuola" di "Italia Oggi" di martedì 20 giugno a pagina 1 e a pagina 2 è possibile vedere sintetizzata la politica dell'Unione per la scuola. A pagina 1 Alessandra Ricciardi elenca succintamente, ma puntualmente, i provvedimenti normativi ...
Maurizio Tiriticco - 03-06-2006
Ermanno Puricelli, Sandra Ronchi, Elena Vaj e Marisa Vicini hanno scritto un lungo ed argomentato articolo su "ScuolaOggi" di giovedì sulla questione degli standard. Lodano il Principe, ovviamente, e bacchettano senza risparmio i poveri Pasquale e ...
Maurizio Tiriticco - 10-05-2006
Relazione tenuta al convegno "Obiettivo Scuola Moderna"
organizzato dal Cidi e dalla Provincia di Siena - Siena, 4 maggio 2006


L'istruzione che non paga!

Nel recente mese di ottobre si è tenuto in Roma un convegno organizzato dalle associazioni professionali dei docenti dal titolo "L'insegnante, una risorsa sprecata?". Nel mio intervento ho posto allora un altro interrogativo, in effetti abbastanza provocatorio: l'insegnante è veramente una risorsa? O meglio, può essere una risorsa quando l'intera istruzione - il Sistema nazionale di istruzione - in questo quinquennio di buio morattiano non lo è? Ed ancora! La crisi dell'istruzione riguarda solo il nostro Paese o è un fenomeno più ampio che investe in larga misura tutti i Paesi delle società cosiddette ad alto sviluppo?
Da ottobre ad oggi molta acqua è passata sotto i ponti. Ma certi problemi di vasta portata restano! In effetti, viviamo una grossa contraddizione. Si parla molto della società della conoscenza, si afferma in tutte le risoluzioni europee ed internazionali che l'istruzione è la risorsa della società del futuro, che la conoscenza è la materia prima delle società postindustriali, come il carbone e l'acciaio lo sono state per le società industriali. Ed ancora, "conoscere è crescere" è la parola d'ordine delle forze politiche che si sono battute contro il governo della Destra, e dovrebbe costituire il clou del cambiamento in materia di istruzione.
La ricerca sociale e l'opzione politica illuminata sono concordi nell'attribuire all'istruzione una priorità assoluta! Ma, nei fatti, è veramente così?
Una cosa è certa! Che ieri il figlio dell'operaio poteva diventare dottore! Quanti figli dei contadini del Sud sono diventati insegnanti e professionisti nel corso degli ultimi decenni sull'onda del grande rinnovamento che negli anni Sessanta - pur tra tante difficoltà - estese la scuola dell'obbligo a tutti? E sono molti coloro che hanno avuto la possibilità di raggiungere alti gradi degli studi! Il nostro Paese è cresciuto, nell'economia, nel tenore di vita, nella cultura, grazie al grande balzo in avanti che ha compiuto anche nel settore dell'istruzione!
Oggi le cose sono molto diverse. Oggi, il figlio del dottore che cosa diventerà domani? Che cosa farà? Quali prospettive ha nel mondo del lavoro?
Il fatto che il fenomeno riguardi anche i Paese avanzati europei non deve consolarci! Che cosa sta veramente accadendo, oggi, nel mondo della cultura, delle conoscenze, dell'istruzione, del lavoro? Ci hanno detto che ormai le differenze tra lavoro intellettuale e manuale non esistono quasi più! Che non c'è professione che non richieda anche un grosso back ground di conoscenze! Il contadino e l'operaio di ieri non esistono più! Le tecnologie hanno trasformato mansioni e processi lavorativi. Ma è anche vero che le logiche della globalizzazione hanno trasformato lo stesso mercato del lavoro! Abbiamo a che fare con la delocalizzazione, da un lato, dall'altro con le nuove immigrazioni! Sono fenomeni che incidono profondamente sulla occupazione e sulla stessa occupabilità. E sono anche nati concetti nuovi, primo fra tutti quello della flessibilità! Con tutte le contraddizioni che questo concetto comporta. Dove finisce la flessibilità e dove comincia la precarietà? Ci dicono che il posto fisso è un concetto superato! Ciò che si richiede nel lavoro oggi sono l'inventiva, il coraggio, la capacità imprenditoriale! Il berlusconismo per certi versi affascina, per altri versi sconvolge! Ciò che è accaduto in Francia contro la prospettiva di contratti di lavoro iugolatori, che sancivano una occupazione precaria per legge, deve insegnare qualcosa!
Né può consolarci che un acuto sociologo come Zigmunt Bauman definisca "liquida" la società in cui viviamo, in cui tutto è provvisorio, nulla è certo, tutto è indefinito, nulla è definito. Le pagine di Bauman sono acute in merito, ci aiutano a capire, ma non sono sufficienti a rassicurarci.
Maurizio Tiriticco - 02-05-2006
Un compito per il nuovo ministro

Sul recente numero 8 di "Scuola Secondaria" Giuseppe Bertagna interviene con un lungo e documentato saggio sulla questione degli Obiettivi Specifici di Apprendimento, sostenendo che questi devono assolutamente costituire i Livelli Essenziali delle Prestazioni che le istituzioni scolastiche devono garantire sull'intero territorio nazionale e che nulla devono avere a che fare con le prestazioni che si richiedono agli alunni. Ed in questo senso - come è noto - si esprimono le attuatali Indicazioni nazionali.
A tale tesi si oppongono vivamente sia la ricerca educativa più accreditata sia la gran parte degli operatori scolastici. Le ragioni sono semplici. Non è possibile avviare un percorso di istruzione o di formazione se non si hanno chiari gli obiettivi che si propongono allo studente e che questo deve raggiungere. La scuola si è comportata sempre così. La mia nipotina ieri aveva a che fare con le "sottrazioni con il riporto" e insieme a lei si cimentano con le prime regole dell'aritmetica non solo i suoi compagni di classe ma anche i milioni di coetanei di tutte le scuole del mondo! I bambini tutti devono comunque giungere al fatto che 42 meno 29 fa 13! E c'è anche la riprova che tutte le calcolatrici tascabili del mondo danno lo stesso risultato!
Si tratta di una semplicissima prestazione che la Scuola deve garantire, ma che l'Alunno deve anche acquisire! Ma il banalissimo esempio può trovare maggior conforto in ambiti di saperi e competenze ben più elevate. Un architetto, un giudice, un cuoco, un parrucchiere, per essere tali, non possono non avere conseguito competenze che, per ciascun profilo professionale, non siano tali e non altre! Nessun parrucchiere potrà usare il coltello per tagliare i capelli, o un architetto un dialogo di Platone per costruire una villa! Ciascuno di essi deve - dico "deve" - possedere determinate competenze, ciascuno nel suo campo! E gli ordini professionali sono abbastanza attenti e rigorosi in tale materia.
In altre parole, è giusto o non è giusto accertare che alla fine di un processo di apprendimento uno studente, piccolo o grande che sia, od un adulto in formazione continua, abbiano realizzato obiettivi chiaramente preventivati? Ma lo stesso Bertagna, quando esamina un suo studente, non pretende che certe conoscenze - o abilità, o capacità, o competenze - siano state acquisite?
Ed ancora! Quando si parla di competenze in determinati campi del sapere e del saper fare, non si pretende forse che siano leggibili, comprese e condivise da altri in situazioni diverse? I sei livelli delle competenze, di cui al portfolio europeo delle lingue, non costituiscono forse un riferimento preciso per chi insegna lingua, ed anche per chi la apprende? Tant' vero che due dei suddetti livelli hanno trovato posto in quella parte della scheda di valutazione (vedi la cm 84/05) relativa a quella certificazione delle competenze (operazione opportunamente annullata, per la sua approssimazione ed inconsistenza, con la nota del Miur del 9 febbraio u. s)!
Pensare, quindi, a degli standard condivisi non significa affatto essere statalisti, come pensa Bertagna, essere per uno Stato occhiuto ed invadente che usurpa tutti i campi dell'istruzione e pretende di dettar legge alle scuole e agli insegnanti!
Perché sono le stesse scuole e gli stessi insegnanti che, di fronte alla proposta della scheda faidaté, hanno dimostrato tutto il loro disorientamento e disappunto! La strada per la realizzazione di quanto indicato dal Titolo V non significa affatto polverizzare curricoli e processi di apprendimento! Anzi! Proprio perché l'autonomia delle istituzioni scolastiche è un processo irreversibile, è necessario che queste abbiano punti di riferimento certi.
Maurizio Tiriticco - 24-04-2006
Nel mio ultimo scritto, Un progetto per il nuovo governo, ho tentato di dimostrare come e perché non si possano avviare specifici programmi, se prima non si adotta una strategia rigorosamente progettuale. Un Progetto nasce da un'idea; sono poi i ...
Maurizio Tiriticco - 15-04-2006
Un progetto per il nuovo governo


Le sfide di fronte alle quali si trova il nuovo governo di Centro-sinistra non sono affatto di poco conto. Se ritenessimo di governare limitandoci a fare l'esatto contrario di quanto è stato fatto dalla Destra, ...
Maurizio Tiriticco - 06-04-2006
L'esperienza del maggio francese nel lontano '68 fu l'avvio di un sommovimento planetario! Da Parigi a Berkeley a Pechino e a Roma - pur con mille diverse connotazioni - il movimento degli studenti incise profondamente sull'establishment di quegli anni. "Studenti e operai uniti nella lotta" era uno degli slogan ricorrenti di quel movimento. L'autoritarismo dei padroni si coniugava con l'autoritarismo dei professori! La rigidità del lavoro in fabbrica con la rigidità degli studi nell'università! Ed all'alienazione sul lavoro corrispondeva l'assoluto estraniamento degli studi dalla vita reale e dalla politica! Molti erano gli slogan; però, riflettevano esigenze del tutto nuove sulla realtà dello studiare e del lavorare, allora, in un assetto socioeconomico che non era in grado di dare risposte di giustizia ad esigenze che esso stesso aveva creato nel corso degli ultimi decenni.
Il '68 è lontano nel tempo ma, per certi versi, ci è vicino nello spazio! Dopo le cadute dei muri e delle ideologie - almeno così siamo soliti dire! - e dopo l'avvio della globalizzazione, del liberismo dop, del meno Stato più mercato, la Francia ci è più vicina di quanto non sembri: costituisce un pezzo di una aggregazione più ampia, l'Unione europea, di cui anche noi facciamo parte! Ma la cosa importante è che oggi è la stessa organizzazione capitalistica del lavoro che è un muro - ed una ideologia, economica, ovviamente - che non è affatto caduto! Anzi si è ricostituito ancora più compatto di prima, come l'araba fenice che è sempre assai dura a morire! La globalizzazione, prima di essere globalizzazione delle conoscenze e delle competenze, è globalizzazione dei mercati e delle ferree leggi che li governano, al di là e al di sopra degli interessi delle persone e delle collettività!
Maurizio Tiriticco - 04-04-2006
Secondo la teoria evoluzionista - che poi non è tanto una teoria quanto una realtà di fatto, ampiamente dimostrata - non c'è soggetto animato che non si sviluppi e non si modifichi attraverso continui cambiamenti che gli consentono di adattarsi ad un ambiente anch'esso soggetto a cambiamenti continui. Nel soggetto animale uomo questi processi acquistano una loro peculiarità, in relazione alla particolare plasticità del suo organo motore, il cervello. E' in forza dell'evoluzione che ogni piccolo dell'uomo ha acquisito una marcia in più! Egli non replica del tutto chi lo ha generato, ma ne differisce nella misura in cui si confronta con la cultura del suo gruppo sociale, che per l'essere umano è ben più forte della natura!
"Ogni individuo di ogni generazione diviene un individuo umano grazie alla sua precoce immersione in un ambiente di esseri umani che, nonostante la loro peculiarità, le loro tradizioni e i loro tic, condividono alcuni tratti cognitivi e comportamentali comuni inconfondibilmente umani. Quest'immersione ha luogo quando ancora il cervello è immaturo e capace di andare incontro ad un complesso di micromodificazioni di un certo tipo piuttosto che a quelle di un altro. Il mondo umano circostante non si stampa in sostanza nel suo genoma, ma nel suo corpo e nel suo cervello" . In altri termini, le strade che un umano può percorrere nel suo sviluppo postnatale sono infinite e ben più ricche di quelle di qualsiasi altro animato. Non c'è nulla di predefinito, tutto è plasmabile, per cui l'educazione, quella vera, che dispone di strategie e di mezzi opportuni, non si arresta al dato iniziale, ai bisogni ai quali debba rispondere quasi deterministicamente. Un processo educativo reale pesca nel profondo, decondiziona, se è il caso, poi stimola, sollecita, sospinge, non si appiattisce sulle prime richieste che il soggetto esprime! Un sistema di istruzione si adopera per dare di più ed ottenere di più, non si arresta a dare una semplice risposta ad una prima semplice richiesta. Anzi, dà di più a chi ha di meno! E' il monito di Don Milani! Solo in questo senso ha valore la differenziazione! Non bisogna adeguare l'offerta alle differenze iniziali del soggetto, ma differire l'offerta, differire i percorsi, ed essere intransigenti sui traguardi!
Che cosa emerge invece da una visione creazionistica!? Ciò che è creato è un dato e, come tale, è ciò che è! E ciò che è non ha molte chances in ordine al suo sviluppo! Chi nasce tondo, resta tale e non diventerà mai quadrato! Quanti luoghi comuni! C'è chi nasce intelligente e chi no! Le differenze iniziali condizionano l'intero percorso.
Maurizio Tiriticco - 27-03-2006
Una scelta contro l'obbligo di istruzione

Ho sempre sostenuto che il concetto e la pratica della personalizzazione sono cose troppo serie per essere malamente strumentalizzate ai fini di una riforma della scuola che riforma non è e che intende soltanto riportarci molto indietro nel tempo, quando la scuola era funzionale alla conservazione dell'ordine sociale costituto!
E mi si dica pure che sono discorsi da anni Sessanta, perché... semplicemente è proprio così! Althusser, gli apparati ideologici di Statola riproduzione, Barbagli e Dei, le vestali della classe media, tutte ricerche sulla scia di una sociologia franco tedesca - e mettiamoci pure i Francofortesi! - che ci offriva in quegli anni preziose chiavi interpretative sulla organizzazione della società, dello Stato e dei suoi apparati ideologici, istituiti per la sua conservazione, appunto!
Ma, andiamo con ordine!
Maurizio Tiriticco - 13-03-2006
...l'attenzione maggiore negli ultimi anni si è spostata dalle conoscenze alle competenze, ecco perché ormai alla valutazione degli apprendimenti segue la certificazione delle competenze.
Quale ruolo svolge un portfolio in questo nuovo scenario? Quello di consentire non solo a chi studia, ma anche a chi lavora e che necessariamente continua ad apprendere (è il concetto di formazione continua e ricorrente) di non disperdere le acquisizioni e le esperienze che ha fatte e via via sta facendo, ma di raccoglierle come testimonianze certificate. Queste gli consentono di proseguire il suo cammino in un mondo del lavoro complesso e indubbiamente difficile ed esigente: piaccia o non piaccia è lo scotto che si paga allo sviluppo economico e sociale, il quale ovviamente dovrebbe essere sempre sostenibile! Ma questo è un altro discorso.
Una prima riflessione è d'obbligo. Da quanto detto, emerge che il portfolio ha ragion d'essere a partire dal secondo ciclo di istruzione, perché è in questo ambito che le certificazioni hanno un loro valore e senso: si tratta di certificare competenze diverse acquisite dal soggetto in situazioni diverse (scolastiche, extrascolastiche, alternanza et al). Si tratta di competenze che confinano anche con profili professionali e che con questi sono tenute ad evolversi, arricchirsi, aumentare. E' nel secondo ciclo, insomma, che il portfolio assume una sua connotazione seria, necessaria e indispensabile.
Se questa riflessione è valida, la domanda che ne segue è una sola: che ci azzecca il portfolio con il primo ciclo? Assolutamente nulla! E la ragione è semplice...
Maurizio Tiriticco - 06-03-2006
...ovvero dalla strategia del curricolo
alla strategia del... nulla!


I pasticci avviati dalla cosiddetta riforma Moratti in ordine alla innovazione metodologico-didattica sono enormi! Ma, perché si possa dare un quadro completo di quanto è accaduto, è necessario fare un passo indietro ed esaminare - in rapida sintesi - come veramente si sono succeduti gli avvenimenti. Si tratta di passaggi di cui il lettore, passo dopo passo, deve tenere il debito conto!
Maurizio Tiriticco - 11-02-2006
Io non so che cosa accade negli altri ministeri di questo governo! Ma quello che accade oggi nel Miur è semplicemente senza alcun pudore! Mai e poi mai a mia memoria... con tanti ministri democristiani - sembra che li si debba rimpiangere - sono ...
Maurizio Tiriticco - 31-01-2006
C'è solo da restare inorriditi! A mia memoria colpi di mano simili non sono mai stati inferti alla nostra scuola... e per di più dalla sua amministrazioneeeeee!!
Ma come? Il secondo ciclo costituisce uno dei momenti più importanti e "delicati" di ...
Maurizio Tiriticco - 21-01-2006

leggo sul vostro sempre informatissimo focus 131/228 una informazione che non corrisponde pienamente al vero. Trascrivo il vostro periodo tratto da Verso le elezioni -1:
"Il non facile compito che attende Romano Prodi è quello di operare una ...
Maurizio Tiriticco - 09-01-2006
E' sembrata una partita a scacchi!
Prima mossa: parte l'Alfiere di Repubblica con un commento al rapporto dell'Ocse, Education at Glance 2005, con il titolo L'Ocse boccia la scuola italiana.
Seconda mossa: la Regina schiva abilmente lo scacco e ...
Maurizio Tiriticco - 24-12-2005
Un presente difficile...

L'avvio del nuovo millennio per la nostra scuola è stato veramente funesto! Abbiamo avuto un ministro che, pur non avendo nulla a che fare con la cultura dell'istruzione e della scuola, con il suo Punto e a capo ha avuto la pretesa di varare una riforma...epocale! Ma i risultati sono sotto gli occhi di tutti! Sono cinque anni che le scuole sono in assoluta sofferenza! Sono vittime sacrificali dell'improvvisazione e dell'approssimazione da parte di un'amministrazione che, giorno dopo giorno, si è fatta sempre più proterva e arrogante! Più dalle scuole si sono avanzate domande, dubbi, perplessità, più dall'amministrazione si è risposto con insofferenza, se non addirittura con tracotanza!
Tutti fummo sorpresi quando la signora Moratti venne preposta al dicastero dell'Istruzione. Taluno pensò che, essendo una valida manager, in una situazione così nuova per la nostra amministrazione pubblica, in cui si incrociano ormai delicatissimi processi di privatizzazione e di devoluzione, una persona simile - una donna per di più - avrebbe dato una buona prova di sé! Tutto sarebbe andato bene se il nuovo ministro, da esperto manager, si fosse limitato a metter mano alle tante disfunzioni amministrative ed organizzative di cui la nostra scuola soffre da tempo! Del resto, che cosa ti aspetti da un manager? Ma... non è stato così!
Il ciabattino è voluto andare oltre la scarpa, come ammonivano i Latini! Infatti, l'intenzione del ministro era ben altra! Era quella di lasciare il suo nome alla storia! Il novello Gentile - edizione della nuova destra democratica - si è detto: la nostra Costituzione è stata riscritta nel suo Titolo V, ed occorre renderlo esecutivo, per cui quale migliore occasione per riformare la nostra scuola, pardon, il Sistema Educativo di Istruzione e Formazione, dall'A alla Zeta? E a ciò si è aggiunta tutta la prosopopea berlusconiana del faccio tutto mi, per cui... diocenescampielibberi, come si suol dire! Invece, purtroppo, il padreterno non ci ha né scampati né liberati!
Per una operazione così complessa come un processo di riforma sarebbe stata necessaria una persona di ben altro ed alto profilo! Il quale, comunque, avrebbe promosso la più ampia consultazione possibile per verificare la bontà del suo disegno! Ma, quando un illuminato da dio sa di essere nel giusto, chi lo può fermare? Il ministro ha marciato come un panzer! Che necessità c'è di ascoltare le scuole, gli insegnanti, le associazioni, i sindacati, la ricerca pedagogica, tutti quei soggetti che la scuola la studiano, la vivono, la fanno, quando c'è un uomo, pardon, una donna della provvidenza che per divinazione sa solo lei come procedere? Così sono saltati tutti quei correttivi, quegli equilibri che, invece, sono l'anima e la forza di una democrazia. E che sono quanto mai necessari quando si innesca un processo di riforma di un settore così importante dell'intero sistema pubblico.
Così, se oggi le statistiche ci dicono che una gran parte dei giovani fugge dall'iscriversi all'istruzione tecnica, professionale, regionale per correre ai licei classici e scientifici, non c'è da meravigliarsi! Sono cinque anni che il ministro dell'istruzione va predicando che non tutti sono portati per la scuola, che non tutti ce la fanno, e che, piuttosto che perdere i meno dotati, è bene predisporre un canale formativo tutto per loro! E allora, perché un giovane dovrebbe sentirsi da meno? Perché dovrebbe scegliere un percorso di studi che lo stesso ministro definisce "diverso"... anche se "di pari dignità"? Il fatto è che la pari dignità ha poco senso a fronte di una concreta e tangibile diversità.
Così il ministro con un sol colpo ha stravolto due principi: la Costituzione del 2001, che non parla affatto di due canali, ma solo di due competenze legislative; e l'eguaglianza della istruzione, sancita dalla Costituzione del 47!

...e un futuro possibile

Il nuovo anno ci porterà un altro governo e un altro ministro dell'istruzione! Abbiamo tutti da chiedergli molto, ma in primo luogo di avviare una larga consultazione con le scuole e con tutti i soggetti che contano, perché sono loro che fanno giorno dopo giorno educazione, istruzione e formazione - come vuole il dpr 275/99, articolo 1 - pur se tra mille difficoltà!
In secondo luogo, poniamo al ministro che verrà alcune priorità...
Maurizio Tiriticco - 10-11-2005
Abrogare ha due significati, quello del senso comune e quello giuridico-formale! Non facciamo pasticci!

Sono molto preoccupato della piega che sta prendendo questa telenovela di una vera o presunta contesa tra abrogazionisti e non abrogazionisti! ...
Maurizio Tiriticco - 17-10-2005
I Danai hanno condotto egregiamente la loro operazione! Regioni e sindacati avevano pensato di portare a casa un buon bottino, senza accorgersi che si trattava invece di un bel cavallo di legno! Così gli eroi del Miur, ricompattati da quell'abile ...
Maurizio Tiriticco - 14-10-2005
Mancano pochi giorni alla data fatidica del 17 ottobre! E' il giorno in cui scade la delega assegnata al Ministro Moratti per varare gli ultimi decreti legislativi che perfezionano la sua cosiddetta riforma, quello relativo alla formazione degli insegnanti e quello più atteso relativo al riordino del secondo ciclo di istruzione e formazione.
In questo momento nel bunker del Miur - altro che casa di vetro! - ministro, sottosegretari e direttori generali stanno dando gli ultimi ritocchi ai due provvedimenti. Nulla è dato sapere.
Vincerà il ministro che non vorrà perdere la faccia con le Regioni per l'impegno assunto di rinviare di un anno l'avvio della riforma e di sospendere la sperimentazione?
Vincerà il sottosegretario Aprea che, come sembra - tutto è secretatissimoooo! - vorrebbe invece forzare la mano e permettere a Forza Italia di cantare vittoria restaurando il testo originario del decreto?
Mistero! Ma, ciò che più offende non solo la democrazia ma anche il cosiddetto comune senso del pudore è che tutto avviene sulla testa della scuola, insegnanti, dirigenti, studenti, famiglie, tutte quelle componenti che il Ministro si vanta sempre di avere ascoltato - ricordiamo tutti le sue dichiarazioni agli Stati generali del 2001 - e di ascoltare costantemente!
Maurizio Tiriticco - 17-09-2005
A fronte dei numerosi nunc est bibendum che ho rilevato da più parti, relativi alle ultime vicende dello schema di decreto sul secondo ciclo, io sarei per un più cauto timeo Danaos!
Non nego affatto che non si tratti di una tappa importante circa il difficile processo di attuazione di quanto indicato dal novellato Titolo V in ordine all'istruzione e alla formazione, perché ho sempre considerato la legge 53/03 non l'applicazione di una norma costituzionale, bensì una ghiotta occasione per far passare una concezione della scuola assolutamente da respingere.
Ma stiamo ai fatti. Due sono gli obiettivi raggiunti: da questo anno scolastico non si sperimenta nulla; la "riforma" (ovviamente tra virgolette) non partirà più dal prossimo anno scolastico, ma dal 2007. A fronte di questi risultati, però, nulla di nuovo circa le sorti formali dello schema di decreto: entro il 17 ottobre, acquisito il parere delle Commissioni parlamentari, il Consiglio dei ministri può procedere al suo varo definitivo.
Le Regioni hanno detto la loro e la parola ormai è ai partiti dell'attuale maggioranza. Riusciranno questi a varare un ennesimo decreto a colpi di ulteriori emendamenti, aggiuntivi, soppressivi, sostitutivi? Penserei proprio di sì! Il governo farà il possibile per giungere ad un qualsiasi polpettone finale su cui tutte le varie componenti grandi e piccole che lo sostengono possano esprimere il loro definitivo Sì, anche perché, alla vigilia delle elezioni, questa maggioranza non si lascerà davvero sfuggire l'hatù di una ulteriore "riforma" (sempre tra virgolette) giunta in porto dopo le altre... pur se contestatissime!
Qual è il mio timore? Messe a tacere le Regioni, ormai il terreno è tutto della Moratti e di questa maggioranza. Ed è qui che, al di là di quanto ottenuto come dono grazioso, non mi fido dei Danai! Purtroppo, la delega di cui alla legge 53 è abbastanza ampia, va ben oltre le indicazioni del Titolo V. E' una legge che, per come è formulata, permette e autorizza ogni arbitrio in materia di istruzione e formazione. Questa maggioranza ha letto il Titolo V a suo uso e consumo, non con l'ottica che la nuova Costituzione intendeva aprire - anche perché siamo ancora un Paese ad alto sviluppo! - ma con l'ottica retrograda che vuole pur sempre una scuola per i dotati ed una per i non dotati! Queste cose le Moratti e i suoi apostoli le dicono quotidianamente, anche se chi si occupa di formazione non solo le contesta ma ne dimostra la vacuità scientifica e pedagogica e le respinge per le nefaste ricadute che avranno sul futuro dei giovani e del Paese!
Che cosa ci dobbiamo aspettare in questo scorcio di autunno? Un ripensamento? Non lo credo! Il decreto che sarà varato rafforzerà quell'ipotesi dualistica che, per nulla affatto gettata dalla finestra, ma solo nascosta sotto il tappeto, finirà con il consolidare ulteriormente il sistema dei licei, in attesa che in seguito, nel corso del biennio che seguirà, le Regioni avanzino le loro ulteriori proposte! Ma entro quali spazi? Con quali garanzie? E se le elezioni prossime non cambieranno qualcosa, si dovrà andare al confronto/scontro perenne tra Stato e Regioni? Non sono pochi i problemi! E le scuole continueranno a guardare?
Ed è proprio un'altra questione che mi preoccupa! La trovo sul comunicato dell'ANDiS. Vi si legge che il veto delle Regioni alla sperimentazione può anche essere letto come una iniziativa che, di fatto, infrange i legittimi spazi di autonomia delle scuole su di una materia, quella dei curricoli, che dovrebbe essere di loro competenza: la quale è garantita dal Dpr 275/99, che regolamenta l'autonomia delle istituzioni scolastiche, e dallo stesso articolo 117 del novellato Titolo V. Le Regioni hanno reso un "favore" alle scuole?!
Va ricordato che i coprotagonisti del "fare scuola", oggi, con il nuovo assetto costituzionale sono tre! Ciascuno con propri poteri:
a) il Miur, che dovrebbe dare linee di indirizzo, in ordine a finalità, obiettivi, contenuti di studio, indicare quei livelli essenziali delle prestazioni dai quali gli erogatori del servizio di istruzione e di formazione non possono prescindere (è la governance);
b) le Regioni, a cui spettano altri compiti, di governo sul territorio, di programmazione dell'offerta formativa integrata tra istruzione e formazione professionale nonché la competenza esclusiva in materia di istruzione e formazione professionale;
c) le istituzioni scolastiche e formative autonome, cui spetta il compito ultimo... ma primario di progettare e realizzare i curricoli, di educare, istruire e formare (sono i tre concetti chiave di cui all'articolo 1 del dpr 275/99) in ordine ai loro piani di offerta formativa.
Si tratta di un assetto del tutto nuovo, che discende da un equilibrio sistemico tra più poteri ancora tutto da costruire.
Maurizio Tiriticco - 01-09-2005
E' con viva soddisfazione che ho letto il provvedimento che il Garante per la protezione dei dati personali ha adottato lo scorso 27 luglio nei confronti della "introduzione di un documento di valutazione e orientamento, denominato Portfolio (o ...
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